mercoledì 8 aprile 2009

riporto qui un testo molto interessante di Jacopo Fo tratto dal suo blog http://www.jacopofo.com/terremoto_abruzzo_aquila_crolli_tecniche_anti_sismiche_antisismiche_case_antiche e dedicato proprio alla possibilità di rendere le nostre case antiche delle case antisismiche senza necessità di buttare giù completamente tutto:

Terremoto in Abruzzo e disinformazione: ANCHE UNA CASA ANTICA PUO' ESSERE ANTISISMICA

Le reazioni al mio articolo di ieri mi hanno fatto capire che si sa ben poco di cosa sia una costruzione antisismica.
Alcune persone mi hanno criticato: cosa vuoi fare? Radere al suolo città come Gubbio per ricostruirle in modo antisismico?
No. Non voglio radere al suolo i centri storici della nostra meravigliosa terra. Voglio proteggerli e proteggere chi ci abita. E queste due cose sono possibili.
Gubbio è una città storica che dopo il terremoto del 1985 è stata ritrutturata con criteri antisismici. Ed è bella come prima.
A Alcatraz abbiamo costruito con criteri antisismici ristrutturando vecchie case. In questo campo ho 30 anni di esperienza e i due terremoti che hanno colpito l'Umbria sono stati buoni maestri. Abbiamo visto gli effetti delle scosse sulle costruzioni.
Non è affatto necessario radere al suolo i centri storici per evitare che un terremoto come quello che ha provocato un massacro in Abruzzo uccida le persone. E' sufficiente intervenire per dare più solidità ai muri e sopratutto collegando mura, tetti e pavimenti in modo che anche in caso di gravissimo danneggiamento la costruzione non crolli sulle persone che sono all'interno.
Si tratta di operazioni di consolidamento che riguardano gli intonaci in cemento armato, iniezioni di cemento o resina nei muri per collegare le pietre, catene e tondini inseriti per tenere insieme la casa.
Tondini e cemento possono essre usati per collegare le sfoglie dei muri, cordoli in cemento armato formano un anello sul cimale dei muri e collegano il tetto. Inoltre si può alleggerire la casa, togliere i vecchi pavimenti di terriccio e sostituirli con massetti costituiti da cemento misto a argilla espansa. Lavorare poi per evitare che un crollo diventi disastroso. Ad esempio sostituire i mattoncini del tetto con assi di legno e guaine, in questo modo i mattoncini non ti piovono in testa se il tetto si squarcia. Le assi e le guaine, inchiodate alle travi di legno, anche se il tetto cede non crollano completamente. Lo stesso si può fare con i pavimenti che possono essere costruiti in modo che nel peggiore dei casi si spacchino senza sbriciolarsi completamente addosso alle persone che sono in casa. Infine si possono consolidare le fondamenta con plinti e cordoli di cemento armato.
Questo si DEVE fare in tutte le aree sismiche. Non si può affrontare il terremoto come fosse una fatalità inevitabile. Questi 207 morti erano evitabili. Il sisma non ha toccato se non superficialmente tutte le case ben costruite. Inoltre l'obiezione non regge anche perché gran parte dei morti sono stati schiacciati da case costruite o restaurate da pochi anni, in barba a tutti i regolamenti edilizi, oltre che a quelli antisismici che sono obbligatori all'Aquila, zona sismica per eccellenza visti i 30 mila morti abruzzesi del terremoto del 1915. Siamo di fronte a una palese violazione della legge. Ed è ovvio che dietro ci sia del marcio visto che è teoricamente impossibile che il comune autorizzi interventi edilizi di qualsiasi genere senza imporre l'adeguamento sismico.

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